Gianni Petrucci è stato al vertice della Federazione Italiana Pallacanestro dal 1992 al 1999 e vi è tornato dal 2013, dopo essere stato presidente del Coni. Presidente Petrucci, il francobollo per i cento anni è un importante riconoscimento istituzionale: come arriva la FIP a questo grande traguardo?
“Siamo molto contenti di aver celebrato questo appuntamento così importante per tutto il movimento con un francobollo dedicato e ringrazio il Ministro Giancarlo Giorgetti, la Presidente di Poste Italiane Maria Bianca Farina e l’Amministratore Delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Paolo Aielli per averci ricevuto al MISE in occasione dell’emissione lo scorso 2 novembre. Purtroppo, la pandemia ha messo a dura prova tutto il comparto sportivo e avremmo voluto celebrare il Centenario in un modo diverso. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e recuperare il terreno perduto dando un segnale forte: lo sport è uno dei motori di questo Paese”.
In piena era digitale un francobollo conserva comunque un grande valore: quali sono le sue sensazioni sull’emissione?
“La strada verso il digitale è tracciata e come Paese dobbiamo correre per adeguarci e crescere sempre di più. Tuttavia, il francobollo rappresenta un piccolo e prezioso oggetto che non passerà mai di moda e che, anzi, costituisce un valore aggiunto di grande tradizione. Aver avuto un francobollo per i 100 anni della Federazione Italiana Pallacanestro è motivo di orgoglio”.
Dovendo indicare dei momenti storici di questo secolo di basket tricolore, quali sceglierebbe?
“Per fortuna abbiamo molti momenti da ricordare nella nostra storia. Le due Medaglie olimpiche d’Argento nel 1980 e nel 2004 sono fino a questo momento l’apice per le nostre Nazionali. Mi piace sottolineare, in questo periodo storico, il grandissimo spirito di sacrificio di tutte le società nel far fronte ad una pandemia terribile”.
Cosa c’è nell’immediato futuro della nostra pallacanestro?
“Siamo ripartiti e ora dobbiamo accelerare per riportare i bambini a giocare a basket e creare presupposti perché le società abbiano fondamenta sempre più solide”.