A 5 anni dalla legge di stabilità del 2018, sono state fissate le regole per la creazione della banca dati nazionale degli abusi edilizi. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha portato sul tavolo della conferenza unificata uno schema di decreto che regoli il funzionamento della banca dati. Affinché vi sia un pieno successo della nuova anagrafe degli abusi edilizi, è infatti necessaria una forte cooperazione tra le amministrazioni centrali, le Regioni e i Comuni. Per la realizzazione di questo progetto sono stati stanziati 500 mila euro.
Lo scopo dell’anagrafe nel contrasto agli abusi
L’istituzione di una banca dati nazionale degli abusi edilizi è prevista dalla legge di stabilità per il 2018. L’obiettivo è quello di condividere le informazioni, metterle a sistema e scommettere sulla digitalizzazione per rilanciare il contrasto agli illeciti in edilizia. Come spiega il Sole 24 ore, ad alimentare l’anagrafe sarebbero proprio gli enti, le amministrazioni e tutti gli organi che si occupano del contrasto all’abusivismo edilizio. Per l’avvio della banca dati nazionale, saranno inserite tutte le informazioni sugli immobili e le opere realizzate abusivamente. Le segnalazioni rimarranno quelle previste dal testo unico sull’edilizia, e i dati da inserire sono già oggetto di pubblicazione mensile. Nell’albo comunale vengono infatti già affissi i dati dei beni realizzati in assenza di qualsiasi autorizzazione a costruire. Nella banca dati finiranno anche le ordinanze di sospensione.
Un “Fondo demolizioni” a favore dei comuni
Le informazioni raccolte permetterebbero anche l’attuazione del “Fondo demolizioni” a favore dei comuni, per il quale la legge di stabilità per il 2018 ha stanziato 500 mila euro. Il suo scopo è quello di aiutare gli enti locali negli interventi di demolizione degli abusi edilizi. A gestire il fondo sarà una sezione della banca dati nazionale.
I tempi per la nascita dell’anagrafe
Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, sarà necessario ancora qualche giorno per trovare l’intesa per l’istituzione della banca dati. La Regione Liguria ha chiesto infatti un ulteriore approfondimento tecnico, che farà slittare l’approvazione dello schema proposto dal ministro delle Infrastrutture. Rimane poi necessario, per la condivisione di informazioni, attendere i dodici mesi dall’entrata in vigore delle convenzioni che ne stabiliscano le regole. Questa scelta si pone nel solco tracciato dal Parlamento con l’approvazione, da parte della commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, delle linee guida sull’interoperabilità delle banche dati. Trascorsi tre mesi dall’entrata in vigore del decreto, sarà poi cura delle varie amministrazioni coinvolte strutturare e rendere accessibili i dati a tutti gli enti che si occupano di abusi.