Poste Italiane e la lotta alla pandemia da Covid-19. L’azienda è stata in prima fila sin dai giorni più difficili e poi anche successivamente mettendo a disposizione i propri mezzi e la propria logistica per la consegna delle dosi di vaccini con le quali è iniziato il contrasto al virus. Un ruolo importante l’hanno anche i portalettere, come racconta L’Eco di Bergamo.
I portalettere ed il contatto con la gente
Nei giorni più pesanti del lockdown non hanno fatto mancare il loro apporto per la consegna di corrispondenza e pacchi, anche a fronte dell’esplosione dell’e-commerce, ma in generale hanno mantenuto intatto il contatto con la gente. Il quotidiano bergamasco racconta la vicenda di Daniele, 29 anni, portalettere dal 2015. “Siamo sempre rimasti un punto di riferimento – sottolinea – Durante il lockdown abbiamo contribuito a restituire un po’ di normalità. La gente si informava, ci chiedeva aiuto, eravamo spesso l’unica persona con la quale riuscivano a stabilire un contatto. Una signora anziana, un giorno, mi ha chiesto di portarle il pane, perché non poteva uscire di casa”.
L’aiuto nel prenotare i vaccini
L’anno scorso, con l’arrivo dei vaccini e con il portale gestito da Poste Italiane, si è aperta per i cittadini lombardi e di altre regioni anche la possibilità di prenotare l’inoculazione tramite i portalettere. Nel bergamasco sono state 3.860 le persone che hanno usufruito del servizio, circa 10 per ogni postino. Daniele racconta: “I primi giorni c’era gente che ci fermava per strada, anche ai semafori – È un servizio utile per gli anziani, ma apprezzato anche dai cinquantenni e i sessantenni”. E sottolinea ancora: “Non ci siamo mai fermati, siamo stati per tanto tempo in prima linea. Ancora oggi la situazione è complicata, ma in questi due anni ho riscoperto un po’ più di umanità nelle persone”.