L’annuncio della Banca Centrale Europea di aumentare i tassi di interesse di 75 punti base e gli effetti di questa decisione sull’economia e sul risparmio sono gli argomenti al centro della rubrica “La bussola del risparmio”, all’interno del TG Poste, che ospita Eletta Savarino, referente studi ed analisi economiche del Centro studi di Gruppo Poste Italiane.
Le mosse di Francoforte per l’inflazione
“L’aggressività della Bce – dice Savarino – è legata alla consapevolezza che il fenomeno inflazionistico in atto sia più duraturo e persistente di quanto ci si attendeva, frutto del combinato di una serie di fattori: shock dell’offerta, domanda post pandemica in rimbalzo, colli di bottiglia e soprattutto caro energia, che pesa molto in Europa, perché tipicamente importa energia. La presidente della Bce Lagarde ha fatto sapere che ci saranno ulteriori rialzi dei tassi funzionali a raggiungere la fine del ciclo restrittivo alla fine del primo trimestre del 2023. Dunque, agire di più e più in fretta sui tassi, per piegare la traiettoria dell’inflazione nel medio termine e mantenere le aspettative di inflazione sotto controllo. Questo è un punto fondamentale per la Bce: impedire il disancoraggio delle attese di inflazione significa impedire l’innescarsi della spirale prezzi-salari-prezzi che sarebbe molto negativa per il ciclo economico”.
L’effetto sul risparmio dei cittadini
Savarino spiega poi i riflessi di questo scenario sui risparmi degli italiani: “Tutti i tassi del mondo bancario sono influenzati dalle decisioni della BCE, e quindi i primi a risentirne di condizioni finanziarie meno accomodanti sono ovviamente i mutui. C’è però da dire che la BCE, col suo programma di acquisto di titoli del debito pubblico, contribuisce a mantenere la stabilità del sistema finanziario e contenere la volatilità in periodi di elevata incertezza, in definitiva a supportare i Paesi che in alcune fasi possono incontrare difficoltà a finanziarsi sul mercato”.
Aspettative del mercato
Infine, un passaggio delle aspettative del mercato in questa fase: “Gli investitori e il mercato guardano con attenzione alle misure che verranno prese in Europa per combattere il caro energia, sia di breve tempo, quindi ad esempio tetto al prezzo del gas, che nel periodo più lungo, quindi riforma del mercato europeo dell’energia”. Con riferimento all’aumento del rischio di recessione, Savarino conclude che la Lagarde ha parlato di una fase di stagnazione economica prevista fra fine 2022 e inizio 2023, che ha condizionato al ribasso le nuove previsioni sul PIL per la fine del prossimo anno che scendono da 2,1% allo 0.9%”.
Qui sopra, il servizio del TG Poste.