Un’analisi raffinata e acuta dell’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla presentazione del progetto Polis di Poste Italiane dello scorso 30 gennaio arriva dalla penna precisa ed elegante di Stefano Bartezzaghi, scrittore e giornalista appartenente alla più celebre dinastia di enigmisti italiani. Sulle pagine di Repubblica, Bartezzaghi, dopo un veloce passaggio sulle canzoni del Festival di Sanremo, in particolare sul ritornello di “Vivo”, la canzone di Levante in cui l’artista scrive “Vivo il digitale”, si “sposta” dal Teatro Ariston alla Nuvola dell’Eur dove lo scorso lunedì ha preso brevemente la parola Sergio Mattarella, prosegue Bartezzaghi. Secondo il giornalista, “il Presidente Sergio Mattarella agisce in senso contrario a quello dei suoi ex colleghi politici: non aggiunge enfasi e casomai ne toglie un po’. Nessuno se lo può permettere quanto lui: la carica che riveste, le vicende per cui si è dovuto rassegnare al secondo mandato, il prestigio personale acquisito di per sé stessi conferiscono al senso delle sue parole un rilievo che non richiede alcuna sottolineatura espressiva”.
Vivo digitale
Lunedì 30 gennaio, prosegue Bartezzaghi, Mattarella, “pareva però particolarmente sorridente, anzi proprio contento, di intervenire in chiusura dell’incontro romano in cui Poste Italiane ha presentato il Progetto Polis. Ha persino citato il film peraltro russo di Andrej Konchalovskij Le notti bianche del postino (Leone d’argento a Venezia nel 2014) e mentre lo faceva aveva l’espressione tipica dell’amico che ti invita calorosamente: ‘Oh, se non l’hai visto corri a vederlo!’. Nel film un postino è l’unico legame tra un villaggio della Russia europea del Nord e il resto del mondo, da cui lo divide un lago. Il Progetto Polis – ricorda lo scrittore – intende trasformare gli uffici postali dei moltissimi comuni italiani con pochi abitanti in centri capaci di fornire tutti i servizi della Pubblica Amministrazione grazie a una nuova piattaforma digitale. Il cosiddetto ‘digital divide’ (il divario fra chi se la cava con computer e Rete e chi no) può essere largo e profondo come un lago russo. E se almeno una piccola parte dei fondi del Pnrr fosse impiegata per rendere meno ostiche schermate e interfacce dei siti statali sarebbe una cosa pressoché santa. Viva dunque il Progetto Polis – conclude Bartezzaghi – che sia vivo e vitale e ci consenta di cantare assieme a Levante ‘Vivo il digitale / vivo l’uomo e l’animale’. Dopo i sorrisi, aspettiamo le canzoni”.
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