Che sarà mai la preghiera? Un codice segreto, propiziatorio, scaramantico, illusionista? Estranea ai non credenti, viene considerata respiro esistenziale, determinante tra i cristiani: radice di una testimonianza credibile della fede e comunicazione personale e comunitaria con Dio. Solo così si spiega la parte che giocherà la preghiera nell’imminente Sinodo dei vescovi della Chiesa cattolica. Unico nel suo genere, voluto da papa Francesco per sancire, con un voto condiviso, la svolta che supera il modo di pensare la Chiesa come istituzione piuttosto che come comunità missionaria che testimonia nel tempo il Vangelo di Gesù di Nazaret. Quindi roba (cioè compito) di ogni cristiano sia laico che ecclesiastico.
Comunione, partecipazione e missione
Il tema scelto da papa Francesco lo indica chiaramente: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Ai lavori non prenderanno parte attiva solo vescovi. Saranno, infatti, 464 i partecipanti e i membri con diritto di voto 365 di cui 54 donne. Sarà la prima volta in 16 edizioni sinodali che si mette in pratica l’antica saggezza secondo cui sulle cose che riguardano tutti, decidono tutti e non solo una élite minoritaria. Per la prima volta tra i membri ci saranno anche due vescovi cinesi proposti dalla Chiesa locale “d’intesa con le autorità” e nominati dal papa come tutti gli altri. Questo evento storico è stato preceduto da una veglia di preghiera ecumenica intitolata “Together – Raduno del popolo di Dio” il 30 settembre in Piazza San Pietro Con i giovani hanno partecipato il Patriarca ortodosso ecumenico Bartolomeo, l’arcivescovo anglicano di Canterbury Justin Welby e altri responsabili ecclesiali insieme a migliaia di cristiani di diverse confessioni. Lunga la preparazione passata – dopo l’avvio dell’autunno 2021 – attraverso tre tappe: locale/nazionale; continentale; universale, nella quale si è scritto il documento di lavoro di base dell’assemblea sinodale.
Quattro lettere chiave
Sorpresa: lo strumento che ha scandito e armonizzate le varie tappe sono state delle lettere della Segreteria generale del Sinodo, a volte preparate in accordo con altri organismi vaticani. Queste lettere hanno permesso di raggiungere, informare e coinvolgere le diverse realtà del mondo cristiano. Tra le altre, 4 sono le lettere più importanti, di sostanza. Nell’ottobre 2021 il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, si rivolse ai vescovi responsabili nelle proprie Conferenze episcopali dell’ecumenismo e, firmando assieme al card. Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, chiese un’attenzione ecumenica nel percorso preparatorio al sinodo appena agli inizi. Nel marzo 2022, con il prefetto della Congregazione per il clero Lazzaro Hu Heung Sik, Grech si rivolse ai preti, in particolare agli apatici, incerti, ai timorosi di perdere la loro specificità in un percorso che enfatizzava il valore del sacerdozio battesimale. Nel gennaio scorso, con il cardinale Jean Claude Hollerich, relatore generale dell’assemblea sinodale, Grech scrisse ai vescovi, alla vigilia degli incontri continentali, rassicurandoli sulla definizione del tema e che non ci sarebbero state agende preordinate dei lavori. L’ultima lettera in ordine di tempo è quella recente del 15 settembre e anche la più significativa perché tocca il cuore del sinodo e la sua specificità rispetto a ogni altro tipo di assemblea rappresentativa. Tema della lettera è la preghiera.
Consolidare una coscienza nuova
Dopo due anni di febbrili lavori preparatori si torna al centro. L’invito a pregare per il sinodo riprende e amplifica l’indicazione di Francesco per l’intenzione di preghiera nel mese di ottobre perché “non si tratta di raccogliere opinioni o di creare un parlamento, si tratta di ascoltare e di pregare. Senza preghiera non ci sarà sinodo”. La Chiesa che prega è Chiesa dell’ascolto della Parola di Dio e del grido dell’umanità. Questa convinzione granitica del papa attraversa tutta la lettera di Grech, smontando in tal modo le congetture formulate nella lunga vigilia, vivacizzata tra i favorevoli e i critici alle riforme di Francesco. Questo sinodo è una riforma base che punta a consolidare una coscienza nuova dell’essere cristiani, non più passive entità di una Chiesa garantita tra i poteri del mondo, ma promotori attivi della missione cristiana anzitutto dalla parte dei poveri. La stessa che impegna vescovi, preti, persone di vita consacrata, laici. Ognuno è responsabile della credibilità del Vangelo. Ciascuno può e deve fare qualcosa di personale per tale credibilità. Le lettere, strumento secolare di comunicazione ufficiale e interpersonale, nel caso del sinodo stanno rivestendo il ruolo di messaggere di speranze rinnovate per una fede credibile.