Il legame quasi simbiotico che si crea fra il portalettere e la gente alla quale consegna la corrispondenza è una delle caratteristiche più riconoscibili di chi svolge questo lavoro in Poste Italiane. Quando però capita di dover consegnare lettere e pacchi in zone impervie ma affascinanti come quelle di montagna, tutto assume contorni quasi romantici. Lia, 63 anni, consegna la posta in Abruzzo. Copre un territorio vasto, da Torricella fino a Valle Castellana, passando per Rocca Santa Maria, tra le bellezze della provincia di Teramo. La sua storia è raccontata dall’edizione abruzzese del Messaggero.
La posta fra i panorami d’Abruzzo
Come viene spiegato nell’articolo, il lavoro di Lia le consente di essere la prima testimone delle bellezze naturali del territorio dove opera, “una montagna di un’indicibile bellezza ma sempre più spopolata, tra caprioli, serpenti e cani randagi che regnano incontrastati e l’opera dell’uomo sempre più rallentata quando si tratta di asfalti ormai quasi inesistenti, con la natura che si riprende il suo territorio”.
Il lento spopolamento e la lotta del territorio
Lia, portalettere dal 2011, con la sua Panda 4×4 di Poste Italiane “macina centinaia di chilometri al giorno, lungo tornanti impervi e scalcinati” e conosce ogni metro di questo territorio. Prossima alla pensione, Lia è testimone diretta anche dei cambiamenti fra la popolazione residente: “Sono andati via in molti – racconta al quotidiano – ma fra coloro che incontro oggi ci sono anche irlandesi, olandesi e statunitensi”. La sfida più grande di questi paesi di montagna, però è sempre la stessa: rinascere per evitare lo spopolamento. “Sto vedendo gente tornare nei paesi semi abbandonati dal sisma, soprattutto a Pietralta – racconta ancora la portalettere – Ci sono borghi che hanno solo pochissimi abitanti: due ragazzi dalla città si sono trasferiti a Faognano, a mille metri, per la qualità della vita. A Vallenquina vicino ad un castello vive da solo un anziano, ora fa il boscaiolo”. E c’è persino chi è tornato a vivere in queste zone per fuggire dal caos di Roma.
Il lavoro quotidiano
Nonostante alcune complessità logistiche, Lia inizia il suo lavoro nelle prime ore della mattinata – prosegue l’articolo – presso il Centro di distribuzione di Colleatterrato (che serve 24 comuni e 65 mila numeri civici, lavorando 600 chili di posta ogni giorno). Qui la portalettere effettua le operazioni propedeutiche alla consegna della corrispondenza indispensabili per organizzare al meglio il percorso di consegna e ottimizzare i tempi. Lia ama “profondamente il lavoro e la mia gente. Lo rifarei, ogni volta che dovessi rinascere”.