Roma, 4 lug – Le previsioni per il commercio marittimo sono positive, con un tasso di crescita media annua del 3,8% tra il 2019 e il 2023 (tra il 2005 e il 2017 è aumentato ad un tasso medio del 3,5%). L’Asia domina l’attività di movimentazione di container, rappresentando quasi i due terzi del totale globale. Circa 240 milioni di container sono stati registrati in Cina. E’ quanto emerge dal sesto Rapporto annuale
“Italian Maritime Economy” a cura di Srm.
Per effetto della Trade War tra Stati Uniti e Cina, le esportazioni in container dalla Cina verso gli Stati Uniti sono diminuite dell’8,2% nel primo trimestre del 2019. Le stime dicono che un’ulteriore escalation del fenomeno, potrebbe comportare una riduzione dei volumi transpacifici in direzione Est di un ulteriore 8% per la fine dell’anno.
Secondo stime la Belt & Road Initiative aumenterà il Pil mondiale entro il 2040 di 7,1 trilioni di dollari l’anno, pari a una crescita del 4,2% annuo. Ultimo anno record per il Canale di Suez: oltre 18 mila navi e 983,4 milioni di tonnellate di merci transitate.
Forte tendenza alla concentrazione delle rotte: nel 1998 i primi 4 operatori detenevano il 20% del mercato mondiale, ora tale percentuale è salita al 57-58%. Se invece consideriamo i primi 10 il dato passa dal 40% del 1998 a oltre l’80%. In Italia cresce la componente internazionale del nostro trasporto marittimo. Il valore degli scambi commerciali via mare dell’Italia è stato pari a 253,7 mld. Il mare assorbe il 37% dell’interscambio italiano.
La Cina è il nostro principale Paese fornitore; con 22,4 mld rappresenta il 17% di tutto l’import via mare italiano; Il primo Paese cliente per modalità marittima sono gli Usa che con 27,7 mld concentra il 23% del nostro export.