Roma, 20 set – Saranno le tecnologie abilitanti il fulcro delle innovazioni industriali dei prossimi anni. E’ quanto emerge da un’analisi condotta dal gruppo di consulenza BCG -Boston Consulting Group secondo il quale malgrado la crescita tecnologica sia una realtà già presente nelle imprese, per molti aspetti si tratta di una conoscenza ancora superficiale. Tuttavia, arrivati a questo punto del progresso, le aziende non possono più ignorare la necessità di mettersi in discussione e far fronte a una società che vedrà sempre più centrale il ruolo della scienza tecnica.

Per far sì che questo passaggio sia possibile è necessario in primo luogo avere chiaro cosa sono le tecnologie abilitanti. Secondo la definizione della Commissione Europea si tratta di tecnologia “ad alta intensità di conoscenza e associate a levata attività di Ricerca & Sviluppo, a cicli di innovazione rapidi, a consistenti spese d’investimento e a posti di lavoro altamente qualificati”.

Un prodotto basato sulla tecnologia abilitante è quindi uno strumento capace di inserirsi nella catena produttiva apportando velocità e innovazione e permettendo al valore commerciale e sociale di un bene e di un servizio di accrescere.

Inoltre, allo scopo di soddisfare queste esigenze, è stato varato in Italia un piano Nazionale Impresa 4.0. All’interno del piano sono 9 le categorie in cui sono stati raggruppate le tecnologie abilitanti: Advanced manufacturing solution, Additive manufacturing, Augmented reality, Simulation, Horizontal/Vertical integration, industrial internet, Cloud, Cybersecurity e Big Data & Analytics. Ogni categoria contiene una gamma di soluzioni tecnologiche che, combinate e utilizzate in modo funzionale, permettono un miglioramento e un’ottimizzazione della gestione del Supply Chain.

La prima tappa, “Industria 4.0″, ha il proprio fulcro nell’utilizzo di realtà produttive smart e standardizzate, che operando in maniera autonoma e in contatto con l’ambiente circostante, sono capaci di generare miglioramenti nei processi e nei prodotti offerti. Riuscire a coinvolgere ogni processo aziendale in questo modus operandi fa sì che si possa raggiungere la seconda fase, quella dell'”Impresa 4.0”.

La tappa successiva, quella della “Supply chain 4.0”, si raggiunge invece con il forte orientamento di tutti gli attori della filiera alle tecnologie abilitanti, dal fornitore di materie prime alle aziende di servizio e assistenza post-vendita. In definitiva, la sempre più alta qualità del prodotto e del servizio offerti al cliente sono frutto di un’efficiente sinergia tra tutti gli attori ed ecosistemi coinvolti nella catena.

Per quanto riguarda la tecnologia del 4.0 Si parte con l’Internet of things, attraverso il quale si registrano i movimenti e le soluzioni di rilevamento dello stato di salute dei macchinari e degli impianti. C’è poi l’additive manufacturing, che partendo da un modello digitale in 3D dà la possibilità di realizzare componenti dalla forma complessa abbattendo costi e tempi. L’augmented & virtual reality modifica invece il modo di fruizione dei dati, trasformando le informazioni in immagini sovrapponibili al mondo circostanze.

I big data, come si evince dal nome, permettono invece di elaborare e analizzare una vasta quantità di dati, mentre la collaborative robotics rende possibile condividere l’ambiente lavorativo con robot. Vi sono infine l’intelligenza artificiale, che permette di replicare attraverso i computer il comportamento umano, il machine learning, nel quale la macchina impara giorno dopo giorno come svolgere al meglio il proprio lavoro, e il cloud manufacturing, attraverso il quale si può realizzare tutto il ciclo produttivo, dal disegno fino alla sua produzione, utilizzando tecnologie presenti in paesi e aziende diverse.
Tutto il processo è controllato da piattaforme informatiche in cloud.