Milano, 5 nov – I neolaureati italiani sono tra i meno pagati d’Europa. Al quattordicesimo posto nella classifica che considera il valore del primo stipendio, alle spalle di paesi come Irlanda e Slovenia, possono aspirare a un mensile di 28.827 euro, contro i 36.809 euro dei coetanei francesi o i 49.341 euro di quello tedeschi, fino ad arrivare ai 73.370 euro dei neolaureati svizzeri, i più pagati d’Europa. E’ quanto emerge dall’ultimo Starting Salaries Report di Willis Towers Watson che analizza le retribuzioni offerte ai neolaureati in 31 paesi di tutto il mondo.
Il report evidenzia altre notevoli diseguaglianze tra l’Italia e gli altri Paesi d’Europa, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra valore della retribuzione e livello di scolarizzazione. In Italia tra un diplomato e un laureato la differenza non è rilevante. Chi ha scelto di conseguire una laurea può aspirare a guadagnare solo il 12% in più rispetto a un neodiplomato. Lo stesso divario (13%) si riscontra anche tra laurea e dottorato. Molto diversa la situazione in Germania dove una laurea per chi si affaccia al mondo del lavoro assicura una retribuzione superiore del 32% rispetto a un diploma o in Francia dove per un dottorato viene riconosciuto un salario superiore del 43% rispetto alla laurea.
Anche le prospettive di crescita a breve termine non sono incoraggianti. Dopo due anni di lavoro, un laureato italiano vede aumentare la sua retribuzione fissa di circa il 10%, rispetto al 22% di Francia e Germania e al 25% di Spagna e Regno Unito: una progressione che un neolaureato italiano riesce a raggiungere dopo 4 o 5 anni dall’ingresso nel mondo del lavoro. Poco significative anche le differenze tra le varie funzioni aziendali. I ruoli più remunerativi per i neolaureati si dimostrano quelli commerciali con uno stipendio massimo di 31.988 euro mentre quelli meno pagati, sono quelli in ambito manifatturiero, con una retribuzione di 30.996 euro.