Roma, 2 dic – Le delegazioni di 196 Paesi firmatari dell’accordo di Parigi del 2015 si riuniscono da oggi per 12 giorni alla COP25 di Madrid, la conferenza sul clima dell’Onu, organizzata all’ultimo minuto nella capitale spagnola, dopo il ritiro di Brasile e Cile. Nell’immediata vigilia dei lavori, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avvertito che “il punto di non ritorno” è ormai vicino.
Dopo il ritiro del Brasile, che vi aveva rinunciato nel novembre 2018, in seguito all’elezione del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, il Cile si era offerto volontario per ospitare la COP25 nel 2019. Ma lo scorso 30 ottobre, il presidente cileno ha finito per annunciare che il suo Paese, alle prese con una protesta sociale che non si indebolisce, ha rinunciato a ospitare la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima.
Il giorno successivo, la Spagna si è offerta di ospitare la conferenza sui cambiamenti climatici, nelle stesse date previste inizialmente in Cile. Data l’urgenza del calendario, la proposta è stata accettata due giorni dopo dalle Nazioni Unite.
I 25.000 delegati, tra cui la giovane attivista ambientale svedese Greta Thunberg, in questi giorni saranno accolti all’IFEMA, la grande fiera espositiva situata vicino all’aeroporto internazionale di Madrid. Mentre il Cile mantiene la presidenza dell’evento, molti critici sono emersi dalla società civile, temendo che il trasferimento della sede impedirà ad alcuni partecipanti di recarsi a Madrid (costi extra, visti, ecc.).
“Time for action”, il momento d’agire: lo slogan di questa 25 esima riunione annuale delle Nazioni Unite sul clima è chiaro. L’obiettivo principale è incoraggiare gli Stati firmatari a rivedere, entro la fine del 2020, il loro impegno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
L’accordo di Parigi del 2015 prevede che i circa 200 Paesi firmatari rivedano i loro impegni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro la fine del 2020.