Roma, 10 dic – L’industria assicurativa “da tempo ha raggiunto una dimensione di rilievo. Lo testimoniano le stime di chiusura per l’anno 2019, che indicano una raccolta premi di quasi 140 miliardi, uno stock di investimenti di oltre 950 miliardi (il 53% del Pil), il peso significativo e in continua crescita delle riserve del ramo vita nell’ambito del risparmio delle famiglie (quasi il 18% del totale)”. A fornire i dati è il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, intervenendo al Rome Investment Forum.
“Siamo il quarto mercato assicurativo a livello europeo, l’ottavo a livello mondiale”, ha aggiunto. Escludendo gli anni più acuti della crisi (il 2008 e il biennio 2010-2011) il settore assicurativo italiano ha sempre registrato bilanci in utile con un Roe che nell’ultimo decennio si è attestato, nei diversi esercizi, intorno al 10 per cento. Anche per i conti economici le previsioni di fine anno sono favorevoli, come già testimoniato dai dati del primo semestre. Sono risultati importanti di cui non beneficiano solo i nostri azionisti ma anche la collettività. Basti pensare che siamo tra i principali contribuenti dell’erario e che le nostre imprese detengono circa il 15% dell’intero debito pubblico del Paese.
I consumatori si avvantaggiano del clima concorrenziale. Ad esempio, dal 2012 ad oggi i premi dell’assicurazione più conosciuta dagli italiani, la RC auto, sono scesi di quasi il 29% (fonte Ivass) e il gap in precedenza esistente con la media degli altri paesi europei si è ridotto per i due terzi.