Nei primi nove mesi dell’anno le vendite di prodotti non alimentari hanno registrato un calo tendenziale del 13%, a fronte di un +3% dei beni alimentari e del vero e proprio boom del commercio elettronico a +29,2%. È la fotografia scattata dal direttore centrale per gli studi e la valorizzazione tematica nell’area delle statistiche economiche Istat, Gian Paolo Oneto, in audizione in Commissione Attività produttive della Camera, sul rilancio del commercio alla luce della crisi causata dall’emergenza Covid-19. A soffrire particolarmente, ha proseguito, “sono state le piccole superfici con -11,3%, mentre per la Grande distribuzione il dato è del -2,8%”. Soffrono anche le vendite al di fuori dei negozi, che “registrano un calo del 14,6% nei nove mesi”.
In ripresa
Gli esercizi che si occupano di vendite dei beni non alimentari – mette in evidenza l’Istat nell’audizione – sono stati penalizzati in modo diretto dalle chiusure e il relativo indice ha registrato un calo complessivo nel periodo del 13,5%. Tuttavia, anche per questa componente si è osservato un primo recupero in giugno e, dopo il calo di luglio, il livello per il bimestre agosto-settembre è risultato di pochissimo inferiore a quello di gennaio-febbraio (-0,1%). Sul fronte delle forme distributive fisse, l’Istat fa notare “che solo la grande distribuzione è tornata a registrare variazioni tendenziali positive a partire dal mese di agosto”. Spiega Oneto in audizione: “Nell’insieme del periodo gennaio-settembre, all’interno della grande distribuzione è in crescita il settore alimentare (+3,9%) grazie all’aumento delle vendite negli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, in particolare per le tipologie dei Discount (+6,6%) e dei Supermercati (+5,3%). Tuttavia, tale incremento non riesce a controbilanciare l’andamento negativo per oltre il 15% del settore non alimentare. Sono gli esercizi specializzati e quelli non specializzati a prevalenza non alimentare a subire forti contrazioni, con cali rispettivamente del 19,9% e del 12,5%.