L’impatto complessivo attivato dalla shipping industry rappresenta circa il 2,1% del Pil italiano. A fronte di una produzione diretta di 12.670 milioni di euro, nel 2019 lo shipping italiano ha generato sull’intera economia un impatto complessivo di 37.630 milioni di euro, dei quali 18,5 mld si devono agli effetti indiretti e 6,4 mld sono riconducibili all’indotto. Sono i dati contenuti nella prima edizione del Rapporto annuale sulla shipping industry, realizzato da Nomisma per Assarmatori. La shipping industry italiana, rileva Nomisma, è caratterizzata da una forte capacità di attivazione sull’economia grazie ad un coefficiente elevato, pari a 2,97, il che significa che per ogni euro investito in questo settore se ne generano circa il doppio nel complesso dell’economa nazionale. Forte anche l’attivazione nel campo occupazionale dove il settore, oltre alle 48.800 unità lavorative annue (Ula) direttamente impiegate, riesce ad attivarne altre 129 mila nei comparti collegati. Rilevante anche il contributo ambientale del trasporto marittimo di corto e medio raggio, nella sua funzione di alternativa alla modalità stradale. Il rapporto stima che la quota di veicoli-km, sottratti al trasporto stradale sulle tratte nazionali, abbia generato nel solo anno 2017 un risparmio in costi esterni pari a 264 milioni di euro, in termini di inquinamento atmosferico, cambiamento climatico, incidentalità, congestione e rumore.
Trasporti: la “shipping industry” vale il 2,1% del Pil italiano
Forte anche l'attivazione nel campo occupazionale dove il settore, oltre alle 48.800 unità lavorative annue (Ula) direttamente impiegate, riesce ad attivarne altre 129 mila nei comparti collegati