Lo stanziamento di 600 milioni di euro nel Recovery Plan per gli interventi di restauro e riqualificazione dell’edilizia rurale e storica è una svolta per sostenere la tendenza degli italiani a tornare a vivere nei borghi. Lo sostiene Coldiretti, sottolineando come, con questa misura, “si inizi a programmare l’Italia del post Covid, oltre a salvare un immenso patrimonio composto da due milioni di edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado”.
Meno pressione sui centri urbani
Le risorse previste costituiscono anche un’occasione per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani, senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile. Il piano ha dunque un valore storico, culturale, paesaggistico ma anche urbanistico perché, sottolinea Coldiretti, “aiuta a ridurre i rischi di assembramento e la pressione abitativa nelle città”. Tra smart working, distanziamento e limitazioni agli spostamenti, fa notare infine la Coldiretti, “l’emergenza Covid ha stravolto le abitudini degli italiani che sono tornati a guardare le campagne non solo come meta per gite fuori porta, tanto che il mercato immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi registra aumenti anche del 29% sui siti specializzati”.