Nella storia dei dipendenti di Poste Italiane si ritrova la storia del nostro Paese. In “Ricordi di Poste”, raccogliamo le testimonianze degli ex dipendenti che scrivono alla redazione e che, attraverso i loro racconti, contribuiscono a mantenere vivo il legame tra le generazioni.
Bruno, ex dipendente di Poste Italiane, è cresciuto a Venezia in una famiglia di postali. Suo padre Giovanni morì in servizio nel dicembre del 1944, mentre viaggiava in un vagone postale tra Vicenza e Verona. Un caccia mitragliò il convoglio e Giovanni venne colpito alla testa e alle gambe morendo in mezzo alla “sua” posta. “Io – racconta – allora avevo 10 anni, ma ricordo perfettamente la cerimonia del suo funerale, ricordo la chiesa gremita, il picchetto di militari che onoravano la salma, l’elogio fatto da un collega del Servizio Viaggiante all’ottimo lavoro, al meritevole impegno e alla completa dedizione di mio padre al suo servizio”.
L’assunzione
A 18 anni Bruno viene assunto dalle Poste e dopo un esame di qualifica iniziai a viaggiare nei Servizi Postali proprio come suo padre. “Il lavoro mi piaceva ma era molto faticoso perché lavoravo anche di notte e durante le festività – ricorda – Rimanevo per giorni lontano da Venezia e dalla mia famiglia e le vetture in legno o in ferro non erano certo comode. L’orario retribuito non era pari al tempo che trascorrevo fuori casa, ma a me vivere tra le raccomandate, le assicurate e i sacchi chiusi con la ceralacca rossa non dispiaceva. Per molti anni ho lavorato così garantendo alla mia famiglia una vita dignitosa”.
Il nuovo Millennio
Nel 2004 durante una visita alla Stazione Ferroviaria di Venezia Santa Lucia, Bruno si accorge che la lapide in marmo collocata nel 1950, dove si ricordavano le gesta di suo padre non c’era più, era sparita a causa di lavori di manutenzione e non venne più ritrovata. “Ma grazie al mio interesse e all’aiuto di mio figlio Alberto siamo riusciti a far rifare nell’Ufficio Centrale delle Poste di Venezia una nuova lapide inaugurata dalle autorità – conclude Bruno – Sono in pensione da un po’, dopo ben quaranta anni di duro servizio, e, con questi miei ricordi saluto tutto il Personale attuale delle Poste”.