Aumentano i posti di lavoro. “Nei primi sei mesi dell’anno sono state create circa 230mila posizioni lavorative alle dipendenze al netto dei fattori stagionali, quasi 100mila in più rispetto allo stesso periodo del 2019, anno di espansione dell’occupazione non influenzato dalla pandemia e dai provvedimenti straordinari adottati per farvi fronte”. È quanto emerge dalla nota ‘Il mercato del lavoro: dati e analisi’ messa a punto congiuntamente dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalla Banca d’Italia e dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal).
Nuove posizioni lavorative
“Nel bimestre maggio-giugno sono emersi tuttavia segnali di rallentamento, più marcati nelle costruzioni, nel commercio e nel turismo – viene spiegato – in questi ultimi due settori le nuove posizioni lavorative create dall’inizio dell’anno sono state comunque superiori a quelle dello stesso periodo del 2019”. “I posti a tempo indeterminato hanno continuato ad aumentare e sono stati sostenuti dall’intensificarsi del numero di trasformazioni di posizioni temporanee in permanenti – si osserva – il recente rallentamento del commercio e del turismo si è riflesso in una frenata della crescita del Lavoro a termine”.
Aumentata disponibilità
“Il contributo alla dinamica occupazionale della componente femminile nei primi sei mesi del 2022 è stato inferiore rispetto a quello di entrambi i semestri del 2021 – mette in evidenza la nota – nel mercato del Lavoro delle regioni meridionali è stato creato da gennaio del 2022 appena il 20 per cento dei nuovi posti di Lavoro rilevati in Italia; in maggio e giugno la crescita si è attenuata anche nelle regioni del Centro Nord”. In aprile e maggio è “proseguita la diminuzione del numero di disoccupati amministrativi in corso dal 2021, per l’intensificazione dei flussi dalla disoccupazione all’occupazione. Si è ridotto il numero di persone che riattivano la Did dopo un periodo di occupazione non superiore a sei mesi, segnalando un allungamento della durata dei contratti. È aumentato anche il numero di persone che registrano la propria disponibilità a lavorare da uno stato di inattività”.