Un patrimonio artistico e storico inestimabile, che unisce il Paese da Nord a Sud e che da 160 anni accompagna l’Italia e gli italiani fra passato, presente e futuro: al centro delle tematiche più rilevanti di “Poste Storie”, lo spazio espositivo temporaneo che racconta 160 anni di storia, innovazione e valori di Poste Italiane e del nostro Paese e nel quale si ripercorre l’attività di Poste dalla sua nascita ai giorni nostri attraverso filmati, oggetti storici, video immersivi, realtà aumentata e opere artistiche, vi sono senza dubbio i palazzi di Poste Italiane.
Le prime inaugurazioni
L’azienda può vantare, infatti, un patrimonio inestimabile di bellezze, composto dai propri palazzi e dalle opere d’arte che vi sono accolte. Un racconto illustrato a “Poste Storie” con il contributo di tanti ricordi e immagini che testimoniano l’inestimabile bellezza e valore artistico dei palazzi postali. Nel 1871 Roma diventa capitale d’Italia e iniziano i lavori per dotare la città di un palazzo delle Poste degno del suo nuovo rango: quello di Piazza San Silvestro, inaugurato nel 1879. Nel 1911, cinquantenario del Regno d’Italia il presidente del consiglio Giovanni Giolitti inaugura a Torino il palazzo delle Poste di via Alfieri. Nel pieno della Grande Guerra, nel 1917, il Ministro delle Poste Luigi Fera inaugura il nuovo palazzo delle Poste di Firenze. Il maggior numero di inaugurazione avviene fra le due Guerre: a Bergamo, Napoli, Palermo, Brescia, Bari, Alessandria, Catania, La Spezia, Gorizia. L’architettura dei palazzi delle Poste progettati fra le due guerre costituisce una pagina importante nella storia dell’architettura del ‘900. Ogni palazzo delle Poste deve simboleggiare la presenza dello Stato, ne deve evidenziare la grandezza. E, anche per questo, deve essere visibile, riconoscibile anche da lontano.
Un servizio alla comunità
Contemporaneamente deve essere, con i propri servizi, un centro operativo al servizio della comunità. A “Poste Storie” si ricorda come questi siano edifici nei quali la monumentalità è accompagnata da una progettazione assoggettata a principi di funzionalità, con grandi saloni dotati di banconi e scrivanie che accolgono il pubblico con spazi distinti per la corrispondenza, i vaglia e i risparmi, i telegrammi. Spazi altrettanto ampi accolgono i macchinari e i vari apparati.
L’architettura e le opere d’arte
I palazzi delle Poste, progettati da ingegneri e architetti come Angiolo Mazzoni, Adalberto Libera, Marcello Piacentini, Roberto Narducci, Cesare Bazzani, Franco Petrucci e Giuseppe Vaccaro, ognuno con il proprio stile e la propria visione, hanno lasciato un indelebile segno nella storia dell’architettura del secolo scorso. Il tutto impreziosito da arredi in cui design e arte si vengono incontro, e dalla bellezza delle opere d’arte, alcune volte commissionate espressamente per questi edifici. In alcuni casi, si tratta di capolavori assoluti, come ad esempio i mosaici di Fillia e Prampolini a La Spezia e le tele di Benedetta Cappa Marinetti a Palermo.