Prenota il turno alle Poste con lo smartphone a 90 anni. La svolta digitale di Poste Italiane passa anche per gli uffici postali, come racconta, sulle pagine dell’edizione di Gorizia del Piccolo, Luca Nardini, giovane direttore della filiale gradiscana di Poste Italiane. Il migliore spot di quanto sta dicendo avviene sotto ai suoi occhi, quando un arzillo novantenne, accompagnato dal figlio, si presenta agli sportelli esibendo proprio la prenotazione online che gli eviterà le attese. “Ovviamente non tutte le persone anziane masticano la tecnologia e l’assistenza di un familiare può essere fondamentale – spiega Nardini – Le operatrici provano ad accompagnare le persone creando questa consapevolezza, anche durante l’attività di sportello”.
I clienti più anziani
Certo, i “conservatori” non mancano. E non solo fra gli anziani, che, per dirla con Nardini, “vivono la Posta anche come un piccolo rito quasi quotidiano” e legittimamente possono essere scettici su quell’ostico “strafanic” – come lo chiama simpaticamente una vecchietta in fila – chiamato smartphone. Anche perché non tutti possono avere un figlio o un nipote che li assiste. “Non è lì che dobbiamo incidere”, spiega ancora Nardini al Piccolo. È la fascia d’età dei 50-60enni la più refrattaria al cambiamento. “Di solito vado in posta a Farra o a Sagrado, lì non c’è quasi mai da aspettare” dice infatti, tagliando corto, un uomo nella filiale gradiscana.
Un ufficio per l’integrazione
Vero è che l’ufficio di Gradisca, che presto sarà interessato dalla corposa modernizzazione del progetto Polis, è un ufficio particolare. Sta vivendo assai più di altri, per la presenza del Cara, l’impatto della presenza di richiedenti asilo. “Una bella sfida – ammette Nardini – Quello che notiamo è che queste persone straniere utilizzano i nostri servizi non più o non solo per trasferimenti di somme di denaro da o verso la propria famiglia, ma aprono dei conti qui una volta ottenuto lo status di protezione. Molti hanno un lavoro o stanno per ottenerlo. Le operatrici – spiega il direttore – affrontano un ulteriore surplus di lavoro con grande senso di responsabilità. Devono comunicare in inglese, verificare che la documentazione sia corretta e completa, accompagnare questa utenza particolare. Per un ufficio di un comune di media grandezza come quello di Gradisca è una bella sfida, ma è il segno dei tempi e credo che Poste abbia sempre assolto anche a un ruolo sociale nella sua lunga storia”.