In una zona da favola a livello turistico e paesaggistico come Stresa e le isole Borromee è un privilegio per chi, come Domenico Delfino, è portalettere, da quasi trent’anni sui 50 che ha. La sua storia è raccontata dal Corriere della Sera edizione di Torino. Domenico conosce tutte le vicende e gli spaccati di vita di questo angolo d’Italia. Per lui parlano i numeri: 480 traghetti e 15.400 chilometri l’anno percorsi per andare al centro di smistamento di Intra (Verbania), per poi passare a Stresa e quindi alle isole Borromee: “Senza farsi mancare – dice l’articolo – una parentesi verso i 600 metri di Levo, frazione che si affaccia sul Lago Maggiore”. E poi ovviamente, il viaggio di ritorno.
Più che un postino, una guida turistica
Con la sua pettorina gialla, Domenico fa quasi da guida turistica nel territorio che conosce palmo a palmo: “Sull’isola Bella, turisti a parte- dice – ci sono abitualmente cinque persone, più i due custodi del palazzo Borromeo. Sull’isola Maggiore, ci sono circa 21 residenti”. Per Domenico questa è stata la seconda destinazione come portalettere: consegna la Posta in queste zone da 28 anni. “Sole e caldo o freddo e pioggia, e quando l’acqua sale bisogna mettersi gli stivali dei pescatori. È il battello che detta l’orario del mestiere”, si legge.
Il cambiamento del lavoro di postino
“Postino, non portalettere – dice – Il nostro è un lavoro complesso, perché ormai consegniamo di tutto”. Nella sua borsa c’è di tutto: “Qualche bolletta, alcune lettere, un paio di raccomandate e il Corriere Vinicolo per il sommelier di un ristorante”.
Il viaggio nelle isole
La “gita” con Domenico è un tuffo nella storia e nella vita del Paese. Si passa vicino all’Isola Bella: “La bandiera è issata sul pennone, significa che il principe Vitaliano Borromeo è in sede”, si legge. “Ci sono gli uffici che gestiscono tutto, per questo sull’isola Madre non c’è corrispondenza da consegnare”. Fra i posti che si incontrano ci sono la facciata dell’hotel Delfino, famosa in un film di Fellini, e lo scoglio della Malghera: “Dicono che, in tempi di secca, ci si arrivi a piedi”, spiega Domenico. Sull’isola dei Pescatori tanti turisti, soprattutto stranieri e a “due metri dal pontile, c’è la buca delle lettere, che lui svuota, raccogliendo pure qualche cartolina: per Orleans, Essen, Vigonovo (Venezia), Piazzola sul Brenta (Padova)”. Domenico, anche qui, racconta il cambiamento: “Quando ho iniziato, da marzo a settembre, le cartoline riempivano mezzo sacco di juta”.
L’incontro con la gente
Per tutti, l’incontro quotidiano col postino è un’abitudine quotidiana che scandisce i tempi: “Arrivi tu e finisco il turno. E il nostro postino, guai a chi lo tocca”, dice la dipendente del servizio di navigazione. Poi le consegne in bar e ristoranti. Tra le mani di Domenico tradizione ed evoluzione: “Recapita la busta e con il palmare ne segnala la consegna, così da tracciarne il percorso”, scrive il quotidiano. E Domenico spiega: “Con me ho anche il POS e una mini-stampante, per fare pagamenti e ritirare raccomandate, per esempio”.
I tanti incontri quotidiani
Fra un negozio e l’altro c’è ovviamente anche qualche residente e non manca mai uno scambio di battute, ma la sosta quotidiana più bella per Domenico è “davanti alla lavagna della pizzeria-ristorante La Rondine, con la massima del giorno, in piemontese e mi fermo a leggerla”. “Nel vino c’è la conoscenza, nella birra la forza, nell’acqua i batteri”, dice la più recente. Domenico scherza: “Due anni fa, quando vincemmo l’Europeo c’era scritto: Tagliere all’inglese, ma senza coppa. Ma di questi tempi, meglio lasciar stare il pallone”. L’approfondimento della “gita” prosegue: “Sul battello, incrociai una famiglia di Friburgo, in Svizzera, con quattro bimbi: volevano fare il giro con me”. Pausa: “II più piccolo lo sollevai, per mettere una lettera nella buchetta”. Chiude con un filo di emozione: “Qualche tempo dopo, svuotando la buca della posta, trovò un bigliettino arancione: c’erano i nomi dei bambini, con la scritta “Grazie Domenico””. A volte ci si commuove: “Da qui ti porti via la bellezza del posto e l’affetto delle persone”.