Roma, 19 lug – La percezione dei rischi legati ai crimini informatici nel nostro Paese è ancora molto bassa ma negli ultimi anni si è assistito a una crescita molto significativa del numero di imprese che offrono strumenti e servizi per combattere questa nuova minaccia. Secondo un’elaborazione Unioncamere-InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio, tra la fine del 2017 e i primi tre mesi del 2019 le imprese italiane che offrono servizi nel campo della sicurezza informatica o della cybersecurity sono aumentate di oltre il 300%, passando da poco meno di 700 a oltre 2.800 unità.

Non solo nuove aziende ma anche realtà esistenti che, negli ultimi 18 mesi, hanno fatto ingresso nel comparto rivedendo la descrizione della propria attività prevalente. A questo ‘balzo’ nel numero degli operatori ha fatto eco un aumento ancora più marcato (quattro volte) nel numero degli addetti, passati nello stesso periodo da 5.600 a 23.300 unità, corrispondenti a una media di 8 addetti per azienda al 31 marzo di quest’anno.

La concentrazione più elevata di “custodi digitali”, rileva Uniocamere, si registra nel Lazio, dove al 31 marzo scorso avevano sede 634 imprese (il 23% del totale) e sempre il Lazio si aggiudica la fetta più consistente della crescita assoluta del periodo (468 imprese in più tra 2017 e marzo 2019, il 22% dell’intero saldo nazionale). A seguire in entrambe le classifiche c’è la Lombardia (con 492 imprese residenti alla fine di marzo e un aumento di 371 aziende dal 2017). A seguire Campania, Sicilia e Puglia si segnalano come le regioni più sensibili al tema della sicurezza informatica e del contrasto professionale al cyber crime.