Roma, 29 ott – Colonnine elettriche, restrizioni al traffico privato, zone car free estese e, soprattutto, tram, metro e treni, la cura del ferro per le aree metropolitane. Una ricetta che genera 36 miliardi di euro di investimenti da spalmare su un decennio, e vale un abbattimento di quasi un terzo delle emissioni nazionali di gas serra, oltre che una diminuzione delle polveri sottili che arriva al 69% per quelle microscopiche, il PM2,5. Lo sviluppo di politiche per le sole aree urbane, che alterna un mix di interventi leggeri e a basso costo, come l’estensione delle Ztl e delle aree libere da auto, e di scelte hardware sull’infrastrutturazione, arriva a toccare gli obiettivi di decarbonizzazione e di risparmio energetico indicati dal Piano nazionale energia e clima (PNIEC) per l’intero settore trasporti.
E’ la fotografia che emerge dallo studio “Mobilità sostenibile: Strategie per le aree urbane al 2030”, presentato a Palazzo Marino da Agici Finanza d’Impresa, società di ricerca e consulenza specializzata nel settore delle infrastrutture, dell’energia e delle utilities.
La ricerca, che si inserisce nel progetto Optimal Sustainable Mobility Mix (OSMM), ha analizzato la mobilità di passeggeri e merci nelle aree urbane in tutta Italia, a partire da quelle di maggiori dimensioni, le Città Metropolitane, fino ad arrivare ai piccoli comuni, per valutarne le criticità e per giungere alla definizione di un mix sostenibile al 2030 di modalità di trasporto e di fuel, coerente con gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni. Lo scenario più ambizioso si riferisce all’adozione di un ventaglio di politiche di traffic management fino alla creazione di una rete infrastrutturale efficiente nelle aree metropolitane, oltre a un’elettrificazione del parco circolante in tutte le aree urbane del Paese per 6 milioni di auto elettriche.
Con queste scelte si arriva a ridurre le emissioni di CO2eq del 30% rispetto al 2018, pari a un taglio di 20,5 milioni di tonnellate/anno al 2030. Un risultato che si avvicina all’obiettivo del PNIEC, fissato a -24 milioni di tonnellate/anno al 2030 per l’intero settore dei trasporti, inclusa la lunga percorrenza (spostamenti extraurbani, aerei ecc.) che lo studio non considera. Per quanto riguarda l’altro obiettivo del PNIEC sui consumi energetici nel settore dei trasporti, che indica una riduzione di 3,7 Mtep/anno al 2030, questo viene ampiamente raggiunto in tutti gli Scenari OSMM simulati, eccetto che nello Scenario Business As Usual (BAU).
Accanto ai benefici in termini di minori emissioni, si è stimato per ogni scenario il fabbisogno infrastrutturale e finanziario legato alle infrastrutture abilitanti per la mobilità sostenibile: la rete di ricarica elettrica, la rete ferroviaria e per il trasporto rapido di massa (tram e metropolitane).
Lo scenario più ambizioso disegnato dallo studio Agici vede investimenti diversificati per l’infrastrutturazione. La rete di ricarica elettrica per 6 milioni EV (auto elettriche o ibride), stima fornita dal PNIEC per il 2030, necessita di 32.500 colonnine, 61 depositi elettrificati per autobus, per un totale di 923 milioni di investimenti. A questo va aggiunta la spesa di 8,2 miliardi per eco-incentivi (ecobonus introdotto dalla Legge di Bilancio 2019) che lo Stato dovrà sostenere per accompagnare la diffusione delle auto elettriche.