Roma, 20 mar – I fondi di investimento alternativi dei paesi UE esprimono un valore di 4.900 miliardi di euro misurato sulla base del Net Asset Value (Nav). E’ quanto emerge dal primo rapporto statistico realizzato dall’Esma (l’organismo europeo di controllo sui mercati finanziari). Si tratta di un valore rilevante, pari a circa un terzo del totale dell’industria del risparmio gestito nel vecchio continente.
L’analisi dell’Esma si basa sui dati riferiti a oltre 26 mila fondi che rappresentano l’80% del mercato. Nel dettaglio il segmento dei Fondi di Fondi rappresentano il 16% del settore, a seguire i fondi Real estate con l’11%, gli Hedge Funds con il 5% e i Private Equity Fund con il 4%. Il resto delle categorie contano per il 63%.
Il report dell’Esma rileva inoltre che i fondi alternativi (AIF) sono venduti principalmente a investitori professionali che rappresentano l’81% ma la partecipazione del pubblico retail è tuttavia significativa con una incidenza del 19%, in particolare nei fondi Real estate e nel segmento Fondi di Fondi.
Il mercato degli AIF in genere ha un profilo di rischio piuttosto contenuto con un utilizzo molto limitato della leva finanziaria ad eccezione del comparto degli hedge fund che operano soprattutto su strumenti derivati.
Anche sul fronte della liquidità i fondi AIF presentano rischi limitati poiché i portafogli presentano livelli di liquidità superiori rispetto a quella offerta agli investitori. Tuttavia i fondi Real estate sono quelli più esposti in quanto investono in asset strutturalmente illiquidi ma consentono agli investitori di liquidare le posizioni anche su scadenze brevi. L’Esma indica che tale “mismatch è fonte di preoccupazione alla luce dell’elevata presenza di investitori retail nel Real Estate pari al 26%”.