Roma, 28 mar – Il decretone con il reddito di cittadinanza e quota 100 taglia il traguardo del Parlamento e dopo mesi di annunci e polemiche le due misure bandiera del governo giallo-verde, attese da milioni di italiani, diventano legge dello Stato. Con il reddito di cittadinanza, caposaldo del M5S, le persone e le famiglie in difficoltà economica da aprile avranno un livello minimo di sussistenza, mentre con la riforma della legge Fornero, cara alla Lega, chi ha raggiunto almeno 62 anni d’età e 38 anni di contributi potrà lasciare in anticipo il lavoro facendo domanda di pensione anticipata tramite quota 100.
Con l’ultimo ok del Senato, che ha approvato in via definitiva il provvedimento con 150 sì, l’iter parlamentare del decretone si è concluso dopo due mesi (era stato varato in Consiglio dei ministri lo scorso 17 gennaio e pubblicato in Gazzetta il 28). Molte le novità approvate nel corso dell’esame alla Camera e al Senato, ma nessuna che stravolge l’impostazione delle misure. Il vero braccio di ferro si è giocato in precedenza durante il difficilissimo esame delle legge di bilancio che ha visto più volte il governo sull’orlo della crisi. In quella sede, dopo un duro contenzioso con Bruxelles, l’esecutivo era stato costretto a un taglio netto delle risorse a disposizione delle due misure, riducendone di fatto la portata rispetto agli annunci iniziali. Per quest’anno per reddito e pensione di cittadinanza lo Stato sborserà 7,1 miliardi, mentre per la revisione del sistema pensionistico per il primo anno serviranno quasi 4 miliardi (3,9 miliardi) che aumenteranno via via con gli anni.
Visti gli esigui spazi finanziari, dal Parlamento nei due mesi di esame non sono arrivate modifiche di peso che richiedessero importanti coperture, in compenso sono tante le novità approvate. In particolare, molti vincoli e paletti sui ‘furbetti’ del reddito a partire da quelli del divorzio fino ai finti genitori single. Arriva anche una stretta sul beneficio per gli extracomunitari, vengono intensificati i controlli con nuove assunzioni nella Gdf e nei carabinieri, viene erogato un beneficio extra fino a 50 euro per il reddito alle famiglie numerose e con disabili e arriva lo stop al reddito per coloro che hanno guai con la giustizia. Dopo un duro braccio di ferro con le Regioni, inoltre, il decretone ha recepito l’intesa sui navigator (i tutor che dovranno accompagnare i percettori del reddito nella ricerca di un lavoro) che sono stati ridotti da 6mila a 3mila.
E ancora, è stato superato il limite dei 45 anni per il riscatto agevolato della laurea, è stata introdotta della figura del vicepresidente Inps e la possibilità di ritirare la pensione di cittadinanza anche cash. Arrivano norme per la tutela della privacy, il prolungamento della pace contributiva e l’innalzamento a 45mila euro della soglia per l’anticipo del TFR degli statali. Molte anche le promesse mancate. In particolare le tutele per i rider, annunciate e mai approvate, e il taglio alle pensioni dei sindacalisti su cui la maggioranza ha fatto dietrofront al Senato.