Roma, 5 dic – La parità di genere è un diritto umano fondamentale e una condizione necessaria per un mondo sostenibile. Poste Italiane è tradizionalmente sensibile nei confronti del ruolo delle donne e basa la propria attività sul valore della persona, in particolare sull’apporto che la rilevante componente femminile, maggioritaria nella popolazione aziendale, produce in termini di business.
In continuità con lo scorso anno e in coincidenza con la XVIII Settimana della Cultura d’Impresa, la Società ha voluto diffondere e promuovere le politiche aziendali in materia di diritti umani e di responsabilità sociale d’impresa con il convegno dal titolo “Poste Italiane per l’inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza”, che si è svolto a Roma presso il Parlamentino CNEL il 20 novembre scorso.
La convinzione è che la violenza contro le donne sia un fenomeno grave e complesso, particolarmente diffuso in Italia e che, riguardando aspetti sociali e culturali del nostro vivere civile, vada affrontata attraverso lo sviluppo di percorsi finalizzati all’autonomia economica e al recupero di una serena dimensione di vita e di lavoro.
Alla presenza di Tiziano Treu Presidente del CNEL, di Francesca Puglisi Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e di Francesca Bagni Cipriani Consigliera di Parità nazionale, i lavori hanno posto l’accento su un’importante iniziativa condotta dalla funzione Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) di Poste Italiane, insieme alle principali organizzazioni (D.i.Re e Telefono Rosa) che si occupano concretamente di aiutare le donne che subiscono violenza.
Massimiliano Monnanni, Responsabile RSI, ha specificato che l’inclusione lavorativa si esplica attraverso progettualità il cui elemento caratterizzante è concorrere, insieme ai diversi stakeholder interessati, alla realizzazione di “percorsi professionalizzanti” retribuiti mirati all’inserimento lavorativo delle donne in uscita dai centri antiviolenza presenti sul territorio nazionale. Come? Da un lato sostenendo economicamente i percorsi di riqualificazione e di inserimento lavorativo presso aziende individuate o proposte direttamente dalle organizzazioni no profit che si occupano del reinserimento, anche in accordo con le associazioni datoriali e di rappresentanza; dall’altro, sensibilizzando l’intera catena di fornitura del Gruppo Poste che, lavorando a fianco dell’azienda, può individuare fabbisogni operativi a cui rispondere con professionalità selezionate dai centri antiviolenza attraverso il bilancio delle competenze.
In questa fase di sperimentazione, venti donne in uscita dai centri antiviolenza, avranno la possibilità di liberarsi dalla condizione di difficoltà e conquistare finalmente un’adeguata indipendenza economica. Si tratta di donne allontanate o mai entrate nel mondo lavorativo che hanno la necessità di confrontarsi con la realtà del mercato del lavoro partendo da una condizione di svantaggio causata da certificazioni carenti o competenze poco riconosciute che invece ora possono essere valorizzate.
L’impegno che Poste Italiane sta assumendo ha come obiettivo quello di “creare valore” condiviso, sostenendo concretamente forme di inclusione e solidarietà sociale.