Verona, 8 apr – Quello del vino italiano è un mercato che vale 13 miliardi di euro e che ha l’ambizione di espandere il proprio export sui mercati emergenti: dall’Azerbaigian al Giappone e alla Cina. E l’export continua a crescere.
Lo assicura il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti dalla 53esima edizione del Vinitaly che si svolge a Verona.
“L’expo anche quest’anno sta andando bene – ha confermato Giansanti – il grande mondo del vino, nonostante le difficoltà internazionali, le guerre commerciali, anche quest’anno è cresciuto sia in quantità che in valore. Abbiamo ancora tanto da fare si stanno aprendo i mercati emergenti dell’Est Asia, la stessa Cina è per noi un mercato emergente”. Per questo Confagricoltura continua il suo incessante lavoro. “Stiamo lavorando molto con le nostre aziende – ha proseguito il presidente -. Abbiamo degli incontri in cui promuoveremo le nostre aziende sui grandi mercati dell’Azerbaigian, del Giappone oltre che sui mercati storici come quelli degli Stati uniti e del Canada”.
E il vino per l’Italia non è solo produzione, ma qualità e cultura che viene esportata ovunque come un grande biglietto da visita.
“Io credo che il nostro mondo – ha spiegato Giansanti – sia un mondo di successo, un mondo in cui si raccontano storie, tradizioni, i grandi vini che sono in tutti i grandi territori dell’Italia con le loro grandi storie famigliari.
Un know-how che pochi hanno e che tutti ci invidiano e sui cui dobbiamo riflettere come il vigneto Italia sempre più sta diventando un settore di successo della nostra economia”.
Il vino in Italia è sinonimo di qualità, e i numeri dell’export, come quelli della produzione, lo testimoniano, fa sapere il presidente Giansanti.
“L’export oggi è un valore importante, il mondo della produzione del vino vale 13 miliardi di euro, la metà di questa produzione viene esportata a livello globale. La qualità è il nostro valore aggiunto – evidenzia – e abbiamo aziende che sempre più e sempre meglio investono sulla qualità, che non è solo una qualità di prodotto ma di processo. Grazie all’innovazione e alla ricerca, stiamo lavorando sempre più e sempre meglio per la tutela dell’ambiente, il rispetto del territorio. Credo che questi siano dei driver di competitività per il vigneto Italia “.
La grande sfida per il vino italiano è, per il presidente di Confagricoltura “quella di essere primi non solo per quantità ma anche per valore. I francesi sono molto lontani ma dobbiamo lavorare per riprenderli”.