Nella storia dei dipendenti di Poste Italiane si ritrova la storia del nostro Paese. In “Ricordi di Poste”, raccogliamo le testimonianze degli ex dipendenti che scrivono alla redazione e che, attraverso i loro racconti, contribuiscono a mantenere vivo il legame tra le generazioni.
Ex colleghi di Poste Italiane che si ritrovano per caso a condividere i ricordi di un pezzo di storia scritto insieme, come in famiglia. Leonardo Vocino, pensionato ex direttore di Poste di Civita Castellana (VT), racconta di quando finì il servizio, la sera del lontano primo dicembre 1995, dopo un ventennio di stretta collaborazione al servizio dell’Amministrazione P.T., condividendone oneri e onori. “Da quel giorno, ciascuno per la sua strada, salvo qualche sporadico isolato incontro negli anni successivi”, spiega Leonardo. Come per miracolo, invece, era scritto, di questo “Amarcord” del primo giugno scorso presso il Ristorante “da Erminio alla Ghiacciaia” in Civita Castellana: un forte risveglio di sentimenti del passato.
Il Revival dei Clementini
“Volendo dare un nome o un titolo a questo incontro conviviale – dice ancora Leonardo – io lo chiamerei “Il Revival dei Clementini”. Una definizione dell’evento, nel contempo, storica e simbolica. Storica, in quanto rievocativa di un passato che ha visto transitare nell’Ufficio locale p.t. di Civita Castellana, per quasi un ventennio (1975-95) decine di ex-colleghi, operatori d’ogni ordine e grado. Così detti “Clementini”, poi. Non già perché persone simili a quei frutti, piacevolmente polposi, come i mandarini, bensì perché quel personale operava in contiguità con, appunto, lo storico “Ponte Clementino””. È bastato che circolasse per caso sui social la parola “rimpatriata” per ritrovare tutti riuniti. “Segno che il tempo ha eroso le nostre sembianze, ma non ha scalfito, punto, i sentimenti di solidarietà e di fraterna amicizia – continua – Peccato che attorno a questo tavolo non possano sedere tanti nostri Amici e colleghi approdati su altri ‘Lidi’…A tutti loro il nostro pensiero grato e riverente…”. Leonardo conclude con una citazione: “Parafrasando i versi di un canto a me molto caro, l’Inno Internazionale Goliardico, levando alto i calici, per tutti noi, gaudeamus igitur”.