Roma, 25 giu – La commissione europea ha pubblicato i risultati di una campagna di prova paneuropea sui prodotti alimentari da cui emerge che alcuni prodotti, pur avendo una diversa composizione, recano un marchio identico o simile. Bruxelles ha fatto un nuovo invito a presentare proposte, con una dotazione di bilancio complessiva di 1,26 milioni di euro, per rafforzare la capacità delle organizzazioni dei consumatori di analizzare i prodotti e individuare pratiche potenzialmente ingannevoli. Il termine per la presentazione delle domande, si legge sul sito della stessa commissione, scade il 6 novembre 2019.
Lo studio ha analizzato 1.380 esemplari di 128 diversi prodotti alimentari di 19 Stati membri. Premettendo che si tratta di un campione non rappresentativo della grande varietà di prodotti alimentari disponibili sul mercato dell’Ue, dallo studio è emerso che: nella maggioranza dei casi la composizione dei prodotti coincideva con il modo in cui erano presentati (per il 23% dei prodotti quanto indicato sulla parte anteriore della confezione e la composizione coincidevano, mentre per il 27% dei prodotti a una diversa composizione corrispondeva una diversa parte anteriore della confezione); il 9% dei prodotti presentati come identici nei diversi paesi dell’Ue aveva una composizione diversa (tali prodotti presentavano una parte anteriore della confezione identica ma una composizione differente); un altro 22% dei prodotti presentati in modo simile aveva una composizione differente (tali prodotti presentavano una parte anteriore della confezione simile ma una composizione differente) e non è stato rilevato alcun modello geografico coerente per quanto riguarda l’uso di imballaggi identici o simili per prodotti con una composizione differente e le differenze di composizione rilevate nei prodotti analizzati non implicano necessariamente una differenza di qualità.
La commissione ha ricordato le diverse iniziative messe già in campo: chiarendo i casi in cui le differenze di qualità dei prodotti costituiscono una pratica ingannevole grazie al “new deal” per i consumatori su cui è stato di recente trovato un accordo; stabilendo una metodologia comune per l’analisi dei prodotti alimentari; pubblicando una serie di orientamenti per assistere le autorità nazionali nell’applicazione del diritto dei consumatori e del diritto alimentare dell’Ue; destinando oltre 4,5 milioni di euro alla risoluzione del problema; analizzando i prodotti secondo una stessa metodologia in tutta l’Ue, per meglio comprendere il fenomeno delle differenze di qualità dei prodotti.